Canneto

Il canneto indica un ambiente umido la cui vegetazione consiste di un tipo fittissimo di graminacee perenni, per lo più costituite da comuni canne, in prossimità di rive di laghi o di fiumi a corso lento.

Tra i vari tipi di comunità vegetali degli ambienti umidi, è la più appariscente e facilmente riconoscibile. L’aspetto del canneto è a tutti familiare, formando una bordura più o meno profonda e continua attorno allo specchio d’acqua.

L’ambiente del canneto si suddivide in rapporto alla profondità dell’acqua ed ognuna di queste aree ha le proprie essenze caratteristiche:

• area d’acqua alta
  • cannuccia di palude (Phragmites australis)
  • lisca lacustre (Schoenoplectus lacustris)
  • tifa o mazzasorda (Typha latifolia)
  • coltellaccio maggiore (Sparganium erectum)
  • stinca dalle foglie strette (Typha angustifolia)
  • giunco da corda (Schoenoplaectus lacustris)
  • dulcamara (Solanum dulcamara)
  • vilucchio bianco (Calystegia sepium)
• area d’acqua bassa
  • giaggiolo giallo (Iris pseudacorus)
  • menta d’acqua (Mentha aquatica)
  • scutellaria palustre (Scutellaria galericulata)
• area terrestre
• ? (Carex elata)

Tutte queste piante, che vivono in un ambiente "di ponte" tra acqua e terra, presentano frequentemente adattamenti comuni. Ad esempio, dal momento che le radici stentano a ricavare dall’acqua l’ossigeno di cui abbisognano per la respirazione cellulare, esse si presentano spesso particolarmente ricche di spazi vuoti che servono per accumulare questo indispensabile gas. Inoltre in molti casi le piante delle rive sono fornite di fusti sotterranei ( rizomi) che si insinuano nel fango per decine di metri ramificandosi e dando origine di anno in anno a nuove radici e a fusti aerei che emergono dall’acqua. Questo meccanismo conduce alla formazione di una vera e propria rete di fusti che consolida il fango e crea una base stabile per la crescita di altre piante, ed è quindi il principale responsabile del processo di interramento dei laghi e degli stagni.

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